Per gli immigrati in Italia quest’anno la Pasqua non avrà il sapore dolce delle uova di cioccolata, ma quello amaro delle erbe, maror, che gli ebrei mangiano durante il periodo pasquale per ricordare l’amarezza della schiavitù in Egitto.
La crisi economica legata al Covid, infatti, ha finito per rendere ancora più precaria la situazione di molti immigrati. Da quando è iniziata la pandemia molte attività ritenute non essenziali hanno dovuto chiudere o sospendere temporaneamente la produzione. Molti lavoratori impiegati nel settore del turismo o della ristorazione sono finiti in cassa integrazione o hanno perso il lavoro. Anche gli autonomi, soprattutto ambulanti, hanno subito un duro colpo.
Tutto ciò ha avuto un impatto significativo sul reddito annuale, calato drasticamente se non addirittura azzeratosi. Tuttavia, se per gli italiani questa situazione ha creato impoverimento, per gli stranieri si sono aggiunti ulteriori problemi. Senza un reddito minimo, infatti, è a rischio il rinnovo del permesso di soggiorno, non si possono ricongiungere i familiari e può essere rigettata la richiesta di cittadinanza italiana.
Allora l’appello urgente rivolto a chi ha compiti istituzionali è quello di non fermarsi ad una dichiarazione dei redditi, ad un pezzo di carta, per riconoscere dei diritti, ma andare oltre per evitare che qualcuno sia costretto a pagare un prezzo più alto di altri per l’attuale crisi pandemica.
Tommaso Salvatore
Referente settore immigrazione
Caritas Idruntina
Sostieni la Caritas Idruntina
Versamento su
Conto Corrente Postale n. 10974731
intestato a Caritas Idruntina P.zza Basilica, 1 - 73028 Otranto (LE)
Bonifico Bancario su
IBAN IT39Y0306909606100000134257
conto intestato a Caritas Idruntina presso Banca INTESA SANPAOLO
PayPal o Carta di Credito