Siamo forse abituati a vederle, ai cigli delle nostre strade, ragazze bulgare, nigeriane. I tratti duri dei volti tradiscono storie già troppo complicate e dolorose per l’età che hanno. Vite che sembrano condannate all’impossibilità del cambiamento, rese schiave dalle dinamiche sommerse del traffico di esseri umani, in esilio dai paesi di provenienza, che rimangono vivi nella nostalgia ma lontani da ogni possibilità concreta di futuro.
Madri “orfane” dei propri figli, tante volte lasciati con le nonne; mogli vendute al piacere di altri uomini per mantenere i traffici di spaccio dei mariti; donne fedeli all’appuntamento quotidiano con la loro piazzola per rimanere almeno attaccate all’illusione di poter garantire ai loro figli una vita diversa, la possibilità di un’istruzione, di un lavoro dignitoso.
Quest’anno la Pasqua me la spiegano loro: le vittime innocenti di oggi, i ladroni crocifissi accanto a Gesù, le peccatrici cui molto è perdonato perché molto amano, le donne di Gerusalemme che piangono per i propri figli, le Maddalena alla ricerca disperata di quella voce che possa dir loro: “perché piangi?”. Loro, le Crocifisse.
Impotenti, abbandonate al loro destino, tradite, schiave, come hai scelto di essere tu Gesù. Nei loro volti il tuo volto. Li hai scelti per te, li hai già vissuti tutti per entrare nelle loro morti, nei sepolcri delle loro storie, che troppo spesso sembrano senza via d’uscita, e portarci dentro la tua Vita: il sorriso che si lasciano scappare quando ci fermiamo a scherzare con loro; le lacrime che salgono discrete quando, in fondo, non riescono a rassegnarsi ad una vita così; l’amore fino alla fine per i loro figli, per i quali sono disposte a correre i rischi della strada; il nuovo colore ai capelli, segno di cura di un corpo troppe volte violato. La forza della Vita spinge dentro le logiche di morte, l’amore diventa capace di gesti eroici nello squallore del mercato del sesso, la fede dei volontari rompe le barriere della diffidenza pur di annunciare che cambiare è possibile.
Pasqua di primavere, di piccoli germogli sui rami ancora secchi, fragili e belli come loro, perché, che lo sappiano o no, Qualcuno le ha già liberate, le ha già salvate e, che la vita dia loro una possibilità di riscatto o no, hanno un posto prenotato in prima fila nel Regno dei Cieli, dove qualunque cosa accada, passeranno davanti a tutti.
I raggi delle prime giornate di sole scaldano le piazzole delle nostre ragazze e portano anche a loro l’annuncio della Buona Notizia: la luce è più forte del buio, la vita ha vinto la morte, l’amore continua a vivere in ogni dolore.
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